UNA STRADA E UN RIONE VISTI DALLA FERRAMENTA
Quando in via Madonnina salivano gli operai dei Cantieri San Marco
Sergio Vatta, in 50 anni di attività, ha assistito a un grande cambiamento sociale
In quasi cinquanta anni di attività dietro al suo banco di ferramenta, posizionato a metà di via della Madonnina, gli sono passati tra le mani migliaia di dadi, bulloni, viti, tasselli e ha potuto assistere come diretto testimone a cambiamenti epocali. È Sergio Vatta che, nato a Trieste nel 1937, ha da sempre dimostrato una grande attitudine per i lavori artigianali; così, dopo gli otto anni di scuola «industriale», comincia a lavorare nella falegnameria del padre, in via Pacinotti 11.
Un'occasione da non perdere per il giovane Sergio, dal momento che l'azienda di famiglia svolge vari tipi di servizio, come eseguire piccole manutenzioni oppure accettare incarichi più impegnativi per alcune realtà triestine, come il Centro Astronomico o il Lloyd Triestino.
Verso la fine degli anni Cinquanta il lavoro della famiglia Vatta si diversifica: la falegnameria di via Pacinotti viene gestita direttamente dal fratello di Sergio mentre egli, assieme al padre, avvia una rivendita di ferramenta in via della Madonnina.
«La scelta su dove aprire un negozio - spiega Sergio Vatta - non è stata casuale: infatti questa via era il trait d'union fra la zona di Barriera e quella antistante il Cantier San Marco. Numerosi operai erano obbligati a salire questa via per raggiungere la fermata prima del tram 2 e successivamente quella del bus 29 per raggiungere il luogo di lavoro».
Dopo aver individuato lo spazio commerciale adatto alle loro esigenze lavorative, padre e figlio inaugurano l'attività nel giugno del 1960.
«Ricordo benissimo che il primo cliente - continua Vatta - non si fece attendere molto: dieci minuti dopo l'orario di apertura si presentò una signora d'oltre confine che voleva acquistare un rotolo di filo di ferro ramato per realizzare gabbie per volatili. Ma c'era un problema: quella merce era giunta in negozio appena la sera precedente all'apertura ed era ancora senza prezzo. Per non farmi trovare impreparato, le proposi l'articolo a un costo competitivo».
Ma per Sergio, attento osservatore, il negozio si è rivelato anche un punto di osservazione privilegiato dal quale assistere ai profondi cambiamenti di questa area nel corso dei decenni.
«Nel 1959, quando avviammo i lavori per aprire la nostra ferramenta - racconta Sergio - in questa via era posizionati numerosissimi negozi, con tipologie commerciali completamente diverse fra loro, come due venditori di carbone, un mobilificio, una tintoria, un fabbro, tre panetterie, numerosi bar e osterie, due barbieri, un gioielliere,e addirittura un cinema (l'Armonia, posto nella parte bassa a destra - n.d.r.) e molti altri. Si trattava di un ”vero paese” e per essere realmente tale vi mancavano solo una banca, un ufficio postale e una tenenza dei Carabinieri».
Ma si sa che nulla dura per sempre e che i tempi cambiano: infatti, nel 1966, con la riduzione dell'attività cantieristica e la chiusura del Cantiere San Marco iniziano a scomparire anche i numerosi clienti che vi transitavano quotidianamente. Di conseguenza anche gli esercizi commerciali ne risentono.
Oggi questa importante arteria ha subìto un mutamento radicale, molti negozi hanno abbassato definitivamente le serrande, perché sopraffatti dalla grande distribuzione ma anche a causa delle mutate condizioni di vita.
«Quello che mi permette di continuare con la mia attività - ammette il titolare - è che nei centri commerciali non si trovano tanti articoli come da noi e pertanto la scelta può risultare limitata; inoltre il personale non ha sempre esperienza e quindi non riesce a consigliare adeguatamente i propri clienti».
Con gli anni è cambiato anche il concetto di ferramenta: una volta, a questa tipologia di negozio si rivolgevano soprattutto gli artigiani per acquistare quantitativi notevoli di materiale, mentre i clienti di oggi sono le persone comuni che necessitano soltanto di qualche vite o bullone, comunque sempre in misura limitata.
Oltre a gestire la propria azienda assieme alla moglie, Sergio Vatta è stato pure sindacalista all'interno dell'Associazione Commercianti al Dettaglio per più di vent'anni e il suo impegno è stato premiato ricevendo il titolo di Cavaliere della Repubblica per onore al merito.
Dai Giacomin no butarte zò, gà ragion Servolo, e pò xe cussì facile corregger no ? E pò pensa che al "simposio" no te doverà far gnanche fadiga de taiar..........ah, ah, ah,ciò casco sempre là.
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